mercoledì 4 febbraio 2015

Assenza di prove e prova d'assenza

In questo periodo di intolleranze ideologiche religiose che dura da circa 50.0001 anni è bene cercare di fare chiarezza sulla posizione razionalistica, per evitare di farsi trascinare in dibattiti senza dare le giuste dimensioni scientifiche, filosofiche e morali alla materia.
Secondo la Scienza le religioni sono una espressione culturale della sottospecie Homo sapiens sapiens e riguardano l'ideazione di realtà metafisiche, cioè oltre la realtà percepita.
L'ideazione varia in funzione del tempo, del luogo e del gruppo umano: una lista di religioni e filosofie parareligiose sarebbe lunghissima e non è questa la sede per farla, ma rimando a questa lista sulla sempre interessante Wikipedia in lingua inglese2.
La prima cosa che un razionalista si chiede è, naturalmente, quali di queste ideazioni corrispondano alla realtà. Naturalmente è noto che molte religioni e parareligioni affermano cose che sono state falsificate dalla Scienza e la conoscenza di tali insieme di affermazioni già falsificate è e deve essere bagaglio culturale di qualsiasi razionalista. Oltre a tale insieme di affermazioni c'è poi quello delle affermazioni religiose e parareligiose non ancora scientificamente falsificate. E qui c'è da fare la prima considerazione: ci si deve porre la domanda se qualsiasi affermazione religiosa sia falsificabile. A questa domanda NON c'è una risposta scientifica, ci sono "solo" risposte filosofiche, che possiamo separare in due gruppi molto semplici: "Sì" e "No".
Ovviamente le risposte del gruppo "Sì" variano sui particolari ma sono tutte concordi nell'affermare che la Scienza è in potenziale capace di falsificare qualsiasi asserzione religiosa e parareligiosa, ha solo bisogno del tempo necessario. L'altro gruppo, consequenzialmente, recita che non tutte le ideazioni religiose e parareligiose sono falsificabili scientificamente: alcune affermazioni religiose non potranno mai essere ridotte a "vero" o "falso".
Il razionalista a questo punto, non avendo l'appoggio della Scienza deve mantenere l'agnosticismo: se un religioso afferma, ad esempio, che esiste un tempo/luogo metafisico dove entità espressioni degli esseri umani vivono dopo il trapasso, e se questo tempo/luogo non contraddice le leggi della fisica che conosciamo, non può razionalmente dirgli che ha ragione o torto. Questa è appunto la posizione agnostica razionalista. L'assenza di prove, a favore o contro, determina l'astensione dal giudizio di verità.
È giusto il caso di far notare che l'agnosticismo si divide in due correnti, quello forte e quello debole. L'agnostico forte adotta una delle filosofie del gruppo "No" precedentemente citato e il debole una del "Sì". Tuttavia tale distinzione a livello pratico è poco importante perché nella discussione sopra esemplificata non cambia la posizione agnostica: una affermazione non falsificata è una affermazione non falsificata, sia essa falsificabile o meno.

Una nota a parte merita la posizione atea che, grazie all'ignoranza imperante in Italia3, viene confusa con quelle agnostiche. L'ateismo è una posizione filosofica (e non scientifica) che afferma l'assenza di qualsiasi dio o entità sovrannaturale e per estensione realtà metafisica. Per un ateo l'assenza di prove è prova d'assenza. In altre parole l'ateo si chiede, per parafrasare Fermi, "dove sono tutti quanti" gli dei o le entità religiose o i luoghi religiosi e poiché nessuna testimonianza certa di tali enti è stata mai scientificamente verificata l'ateo si risponde con l'assioma che non ne abbiamo prove perché non esistono. È da sottolineare che tale assioma non è razionale perché non si può prendere una qualsiasi affermazione A e dire che sia falsa solo perché non c'è prova di essa. Applicare questo principio a qualsiasi affermazione porta a risultati sbagliati. Ad esempio di civiltà extraterrestri non c'è prova d'esistenza eppure tra gli stessi atei si trovano persone che credono all'esistenza di queste civiltà4. Il principio applicato alle affermazioni religiose dagli atei (assenza di prove quindi prova di assenza) dovrebbe infatti razionalmente essere applicato alle civiltà extraterrestri (assenza di prove quindi prova di assenza) o a qualsiasi altra affermazione (provate a divertirvi voi a pensare a qualche affermazione mai provata e a fare gli "atei"). Non applicando lo stesso principio si è irrazionali, checché molti atei dicano di essere razionali e razionalisti. La realtà è che credere che Dio non esista e/o credere che una civiltà extraterrestre esista sono opinioni, del tutto legittime, ma non affermazioni razionali. Va fatto notare che alcuni atei giustificano la loro irrazionalità affermando che non è tale perché secondo loro le affermazioni religiose devono essere trattate diversamente dalle altre affermazioni e a queste affermazioni religiose e solo a queste si può applicare il principio di "assenza di prove uguale prova d'assenza" di cui sopra. Anche questa affermazione degli atei è una opinione del tutto lecita, ma non ha nulla a che vedere col razionalismo: considerare le affermazioni religiose come "diverse" non è una posizione razionale e razionalistica, è una ipotesi filosofica.

Una posizione filosofica curiosa sulle religioni è quella nonteista. Un nonteista non ha alcun interesse per la moltitudine di affermazioni e teorie religiose e parareligiose e non ha alcun interesse non solo nel credere o non credere ma anche solo nel pensare a queste affermazioni e al loro valore di verità. Sempre usando il parallelo degli extraterrestri è come se uno non abbia mai pensato e mai penserà all'esistenza o meno di civiltà extraterrestri né gli interessi sapere se esistono o no.
Naturalmente esistono poi tutte le varie posizioni religiose, che sono una vera babele (per rimanere in tema). Solo i cristiani si dividono in decine e decine di posizioni (un cattolico e un pentecostalista, ad esempio, sono estremamente diversi). Per non parlare delle filosofie parareligiose orientali come il taoismo o il buddismo.

Usando questi concetti di base qualsiasi razionalista può darsi una propria collocazione religiosa che sia coerente col razionalismo: d'altronde c'è un'ampia libertà visto che tantissime affermazioni religiose non hanno un valore di vero o falso. Il razionalista non può accettare che sia scientificamente vero che, ad esempio, la Terra sia vecchia 5000 anni (affermazione di alcuni cristiani fondamentalisti). La Scienza dimostra che la Terra è molto più vecchia e questo è un fatto scientifico che porta l'inevitabile conclusione che l'affermazione religiosa è falsa (a meno che la Terra non APPAIA come vecchia di milioni di anni, ma qui entriamo in un campo che affronterò in futuro). Un razionalista però può avere una sua opinione personale su tantissime affermazioni che non sono state falsificate: ad esempio un razionalista può benissimo credere che esista un Dio, tuttavia deve essere chiaro a lui e a tutti che questa è una opinione e non pensiero razionale. E viceversa un razionalista può credere che non esista un Dio, ma anche in questo caso deve essere chiaro a lui e a tutti che questa è una opinione e non pensiero razionale. Infatti l'unica posizione razionale e razionalista è l'agnosticismo, ma a livello emotivo, istintivo e intuitivo il razionalista può avere delle convinzioni religiose (che tra l'altro cambiano nel tempo e anche velocemente). Il razionalista cioè, se è razionale (sic), deve capire che è un essere umano e come tale è soggetto a sviluppare credenze, opinioni, ideazioni, senza che esse abbiano alcuna dimostrazione razionale, logica o scientifica. Non si può essere razionalisti se non si sa come funziona l'essere umano e se stessi. Un razionalista che nega di avere tali caratteristiche è un illuso o un bugiardo e fa confusione: chiedete a un razionalista cosa pensa razionalmente e cosa pensa emotivamente delle religioni e vi dirà due cose ben diverse. Ci sono razionalisti e quindi agnostici che sono istintivamente atei e altri che tendono a aver sensazioni teistiche, ma ciò è del tutto normale in un essere umano. Come d'altronde, e mi si scuserà se uso sempre lo stesso paragone, un razionalista agnostico vi dirà che non ci sono prove dell'esistenza di civiltà extraterrestri ma, magari sollecitato, vi dirà quale è la sua sensazione.

In conclusione è importante che si approccino le religioni razionalisticamente e si definisca nel modo più preciso possibile la posizione razionalistica, ma non bisogna per questo fare l'irrazionale errore di pensare di non essere come tutti gli umani soggetto a sensazioni religiose e di non avere una posizione religiosa istintiva. Quando si affronta il problema religioso bisogna anche capire quali sono le proprie sensazioni (ci si sente atei? ci si sente teisti?), isolarle e separarle dalla teoria razionalistica delle religioni. Si guadagnerà in chiarezza verso se stessi, ma anche in comprensione della materia.