martedì 20 gennaio 2015

L'ameba mangia cervello

Potrebbe sicuramente essere un titolo, questo, per un racconto di fantascienza ma descrive un reale essere vivente, una ameba, appunto, che si nutre del cervello umano.
Si chiama Naegleria fowleri ed un protista, cioè un organismo eucariota che non fa parte del regno dei funghi, degli animali o dei vegetali. Eucariota significa dotato di cellula con nucleo e quindi indica un essere vivente relativamente complesso. La N. fowleri è una ameba termofila, cioè vive in presenza di calore. Ha 3 forme diverse1, a seconda dell'ambiente in cui vive. Il suo stato riproduttivo è quello in forma amebica, determinato dalla temperatura (tra i 25° e i 42°), condizione riscontrabile anche nel corpo umano. In caso di ambiente sfavorevole si incista (diventa in pratica un "sacchetto") e rimane così in attesa di condizioni migliori per lungo tempo; tale condizione non si verifica mai nel corpo umano. Infine ha una forma flagellata che viene determinata da situazioni particolare legate alla ionizzazione; ad esempio in acqua distillata o nel fluido cerebrospinale la N. fowleri ha forma flagellata.

Il problema con questo essere vivente è che la sua forma trofozoita (cioè quella abilitata a riprodursi) può entrare nel cervello umano attraverso i condotti nasali e lì cominciare letteralmente a succhiare il tessuto cerebrale mediante una apposita "proboscide" chiamata amebostoma (letteralmente una "bocca che cambia", nel senso che l'essere vivente la crea appositamente).2 Questo comportamento porta ovviamente dei danni al tessuto e infatti in medicina esiste una patologia che descrive gli effetti dell'infestazione sull'essere umano: si chiama meningoencefalite amebica primaria ed è letale quasi sempre, purtroppo. Studi sono in corso per trovare delle cure.

È necessario quindi prestare attenzione alla prevenzione, ma come si fa a prevenire una infestazione da Naegleria fowleri? Innanzitutto bisogna considerare che questo essere vivente in acqua salata muore, quindi il mare, ad esempio non pone rischi di infezione. L'acqua non salata invece è l'ambiente dove vive l'ameba e quindi bisogna prestare attenzione. L'acqua potabile viene trattata col cloro e questo uccide moltissimi esseri vivente tra cui il protista in argomento, tuttavia è noto almeno un caso in cui l'acqua potabile era contaminata dall'eucariota3.In genere si può considerare l'acqua potabile sicura e l'acqua "fresca", cioè quella di fiumi, laghi, torrenti, stagni NON sicura. Per questo è bene evitare di ingoiare acqua con la bocca o farla entrare nel naso quando ci si immerge in tali elementi, per non far entrare nel naso l'ameba eventualmente presente. Assolutamente da evitare sono inoltre gli sciacqui nasali con tali acque e, per maggiore precauzione, è consigliabile fare gli sciacqui nasali a casa con la soluzione fisiologica. Queste sono le comune precauzioni e per ogni dubbio contattate il vostro medico e/o l'autorità che gestisce l'acqua con cui venite in contatto.